Visitando l’Abbazia di Montecassino ci si rende subito conto di quanto presenti siano all’interno del monastero i riferimenti alla figura di S.Martino di Tours, iniziatore in Gallia della vita monastica. A partire già dal chiostro di ingresso, detto anche Chiostro di San Martino, in cui è tracciato con dei sanpietrini il perimetro delle fondamenta del primo oratorio di San Benedetto a Montecassino, dedicato appunto al santo Vescovo di Tours e riemerse durante i lavori di ricostruzione dell’Abbazia nell’immediato dopoguerra, dopo il Secondo conflitto mondiale.
La Chiesa, che sorgeva sui resti di un tempio pagano dedicato ad Apollo, costituiva insieme all’Oratorio di San Giovanni nella parte alta del monte, il primo nucleo dell’Abbazia di Montecassino.
Il mosaico a firma di Francesco Vignanelli, sempre all’ingresso, mostra poi S.Martino che tra le mani ha un modellino di chiesa ad indicare appunto come in quella zona ci fosse un edificio a lui dedicato.
Torna ancora la figura di San Martino nella zona antica del Monastero in cui resiste da secoli quella che un tempo è stata la Cella di San Benedetto.
In questa ala del complesso abbaziale si trova la Chiesa di San Martino, un piccolo gioiello che si presenta con la bellezza dell’altorilievo marmoreo, al di sopra dell’ingresso e sempre a firma di Francesco Vignanelli, oltre che della sua pavimentazione e di altre importanti opere al suo interno.
Originariamente non molto grande, si pensa a m 7 x 7 , adatta ad ospitare una trentina di monaci, è il luogo in cui il 24 giugno del 1947 venne posta la prima pietra per la ricostruzione dell’Abbazia di Montecassino che partì dunque dall’Oratorio di San Martino inaugurato il 15 febbraio 1948.
Fonte : Mariano Dell’Omo, Montecassino, un’Abbazia nella Storia. Montecassino, 1999.