“Intorno all’Abbazia di Montecassino, sorsero vari monasteri, tra tutti il più celebre è quello di Santa Maria dell’Albaneta, fondato nel decimo secolo, a mezzo miglio a sudovest del Santuario, in una deliziosissima posizione; e vi si recano i monaci a ricreazione ed a luogo di convalescenza”.
L’Albaneta, tenuta dei Padri benedettini di Montecassino, è un luogo ricco di storia e di cultura. Nei suoi quasi 300 ettari contiene le rovine di ben due prepositure dell’Abbazia di Montecassino, ovvero il Monastero di Santa Maria dell’Albaneta e il Monastero di San Matteo Servorum Dei.
Il monastero di Santa Maria dell’Albaneta ha rappresentato un centro molto importante nella vita monastica di Montecassino, lo stesso S. Ignazio di Loyola nel 1538 vi trascorse circa quaranta giorni occupato negli Esercizi spirituali e nello scrivere parte della sua regola.
Fin dalla sua edificazione risalente circa all’anno 990 d.C, ha ricoperto ruolo di prim’ordine nella Terra Sancti Benedicti, dove i suoi prodotti e colture hanno dato sussistenza alla comunità monastica di Montecassino e alle famiglie dei coloni. Ripresa poi nel dopoguerra dai monaci di Montecassino, essi hanno utilizzato le proprie masserie fino circa 15 anni fa.
Le vicende belliche legate al secondo conflitto mondiale, e tristemente note a tutto il mondo, hanno coinvolto anche la zona dell’Albaneta,che è divenuta teatro di sanguinosi conflitti durante la cosiddetta “Battaglia di Montecassino”, consumatasi tra il gennaio e il maggio del 1944.
Proprio queste vicende più recenti hanno per certi versi contribuito ad offuscare una storia plurisecolare che, all’Albaneta, ha visto intrecciarsi eventi di carattere monastico-religioso che rischiano di scomparire dalla memoria.
Fonti e foto
Mariano Dell’Omo, “Montecassino un’abbazia nella storia” , Montecassino 1999